Long covid e Aries fast
A distanza di due anni dall’inizio della pandemia ancora non abbiamo compreso quali siano i sottili meccanismi che regolano il nostro sistema immunitario quando viene in contatto con il virus Sars-Cov-2.
Di certo c’è che alcuni soggetti tendono a sviluppare una grave malattia che coinvolge in modo sistemico molti distretti del nostro organismo, altri invece hanno sintomi lievi, altri ancora sono totalmente asintomatici.
La maggior parte dei pazienti, tuttavia, una volta negativizzatosi il tampone non risulta essere clinicamente guarita, in quanto continua a manifestare sintomi legati alla malattia come stanchezza cronica, difficoltà respiratoria, nebbia cognitiva.
Purtroppo, questa sintomatologia residua che caratterizza i pazienti guariti dal Covid 19 impatta negativamente sul ritorno ad una vita normale.
Dati dell’OMS rivelano che 1 paziente su 4 dopo la malattia ha sintomi persistenti che, mediamente, dopo 4-6 settimane si attenuano fino a scomparire, mentre 1 su 10 continua ad avere sintomi legati alla malattia anche dopo 3 mesi.
L’aspetto più inquietante è che i dati epidemiologici non sono, a tutt’oggi, in grado di definire con precisione quali siano le caratteristiche determinanti questa lenta scomparsa della sintomatologia, che viene clinicamente definita Long Covid (età, sesso, patologie concomitanti.).
Il long Covid colpisce a qualunque età risparmiando solo in parte i bambini al di sotto degli undici anni, in quanto tutte le altre fasce d’età sono mediamente coinvolte allo stesso modo. È stato inoltre dimostrato che i pazienti di età avanzata, a seguito della naturale condizione di fragilità e alle ridotte capacità di recupero, tendono a slatentizzare anche patologie croniche concomitanti.
Uno degli aspetti più rilevanti che si evidenzia negli adulti è associato a disturbi psichici, paura della morte, senso di soffocamento, instabilità emotiva che spesso porta anche al pianto ingiustificato.
Certo è che alcuni fattori sembrerebbero favorire l’insorgenza del long covid, tra questi c’è il sovrappeso, il sesso del paziente e, ovviamente, l’utilizzo di farmaci.
Nella mia esperienza come Biologo e nutrizionista ho modo di incontrare quotidianamente soggetti che riportano sintomi tipici del long covid e, dopo aver detto loro di segnalarli al loro medico di medicina generale, il mio approccio prevede sempre una dieta orientata al controllo dell’infiammazione sistemica di basso grado associato a rimedi naturali specifici.
Aries Fast ®, a mio avviso, è un rimedio d’elezione in quanto agisce su tre livelli diversi:
Aries Fast ®,diventa quindi un elemento centrale nella gestione del soggetto long Covid perché in grado di restituire rapidamente una condizione di omeostasi contrastando gli effetti a lungo termine del virus Sars-Cov-2.
È altresì noto che questi pazienti, che incontro quasi quotidianamente, sono carenti anche di vitamine del gruppo B, nello specifico B12 e B6, che, come noto dalla letteratura, inducono un incremento dell’omocisteina plasmatica e del rischio cardiovascolare nel paziente in condizioni di stress.
Dalla mia esperienza Aries Fast ®, risulta quindi una strategia vincente in quanto il complesso polivitamnico e la presenza della rodiola cooperano ad un rapido ripristino energetico ed al mantenimento dell’omeostasi dell’intero organismo, restituendo al paziente una pronta riserva energetica e ottenendo nel lungo periodo anche un miglioramento del tono dell’umore.
Dr. Paolo Paganelli
Biologo Nutrizionista
https://paolopaganellinutrizione.it/